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  • 26 Giu 2010

Abbiamo partecipato al Convegno di Studi Imprese Letterarie presso l’Auditorium Santa Margherita dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Nonostante alcuni precedenti virtuosi, in primis il caso di Adriano Olivetti che ha ibridato la cultura imprenditoriale con quella umanistica, il rapporto tra imprenditoria e letteratura è stato per alcuni decenni di diffidenza reciproca, basata perlopiù su opposizioni schematiche, ma difese orgogliosamente: ragione vs.
sentimento, profitto economico vs. responsabilità sociale, negozio vs. ozio.
Da alcuni anni, anche per effetto della crisi economica, assistiamo a una rinascita dell’interesse reciproco fra i due mondi accomunati dal significato di “impresa”. Per
“imprendere” un’opera rilevante, sia aziendale che letteraria, sono richieste le stesse qualità: coraggio, costanza, creatività e una certa dose di imprevedibilità.
Così, sempre più imprenditori innovano le loro organizzazioni attingendo alla cultura umanistica, e sempre più scrittori rappresentano il nostro tempo guardando alla cultura imprenditoriale. La sfida è comprendere cosa può dare la letteratura alle imprese e viceversa: uscire dalla fabbrica e dalle biblioteche per incontrarsi nel mondo di tutti i giorni, un territorio comune da abitare, vivere, innovare.
Questo convegno mette a confronto imprenditori e scrittori, studiosi di management e di letteratura, per sondare le possibilità di dar vita a “imprese letterarie”.

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