- 20 Lug 2017
L’importanza dell’etichetta nelle tue strategie di marketing
“Ho dei gusti semplicissimi; mi accontento sempre del meglio”
Oscar Wilde
Sorge spontanea la domanda “Come si sceglie il meglio”?
È sufficiente che un prodotto sia utile, funzionale e necessario per spingere un consumatore a considerarlo migliore e ad acquistarlo?
Ovviamente no.
Molti imprenditori si focalizzano sulla qualità di ciò che vendono, ignorando che la qualità è valutabile dal cliente solo dopo l’acquisto.
Prima di provare effettivamente il tuo prodotto, i clienti non possono far altro che fare delle supposizioni, basate su ciò che viene comunicato loro più o meno direttamente.
Un esempio? Applicare ad un prodotto la dicitura “Made in Italy” lo rende quasi automaticamente più desiderabile dello stesso prodotto in Cina. Il nostro cervello ha associato al primo tutta una serie di qualità positive (genuinità, tradizione, ecc…) e riservato al secondo tra i peggiori valori che un brand potrebbe acquisire (prodotto scadente ed economico, contraffazione, alterazione, sfruttamento del lavoro).
La materia grigia che abbiamo in testa non ha voglia di analizzare tutti i dettagli e andare in profondità su ogni prodotto che entra nel nostro carrello della spesa, quindi decide di usare delle “scorciatoie” che gli permettono di ottenere dei giudizi pronti all’uso.
Lavorare su come i potenziali clienti percepiscono la qualità del prodotto è, ai fini della vendita, più importante di quello che c’è dentro la confezione.
Ciò che determina l’acquisto è la percezione che il consumatore ha della qualità del tuo prodotto, non la qualità in sé.
Come quel determinato prodotto viene presentato al pubblico nel punto vendita, il modo in cui è “vestito” e si mette in evidenza, in mezzo a tanti altri prodotti con le medesime caratteristiche determinano l’impulso d’acquisto.
Per dirla sempre con Oscar Wilde: “Sì, la forma è tutto“.
Il vestito del prodotto deve rispondere ad alcuni precisi obiettivi: informare, attrarre e vendere.
L’etichetta di qualità è quella che ti fa emergere da quella nebbia che circonda tutti i prodotti esposti sullo scaffale accanto al tuo: cattura l’attenzione, suscita interessa e spinge la persona a comprare. Tutto il resto è noia e inutile esercizio di stile.
Ogni progetto (serio) di marketing parte da un’idea chiave: il posizionamento del brand sul mercato, ovvero dallo spazio che vuoi occupare nella mente del tuo cliente, a quei concetti (pochi e semplici) che devono associare al tuo nome.
L’etichetta assolve a un duplice compito: fornire al consumatore tutte le informazioni circa le caratteristiche del prodotto ma, prima ancora, rappresentare l’identità del tuo brand, alla sua identità unica rispetto a tutte le altre proposte.
E qui di solito casca l’asino.
Perché spesso si pensa all’etichetta o in generale al packaging di un prodotto come qualcosa che deve essere semplicemente bello, senza soffermarsi a riflettere che a colpire l’attenzione non è la mera bellezza, ma la diversità, l’unicità.
E’ la sua capacità di invitarci a conoscere un mondo sconosciuto e desiderabile, inimitabile rispetto a tutti gli altri.
Il problema sorge quando l’identità di un marchio non è chiara, così come non è chiaro a chi lo promuove perché qualcuno dovrebbe scegliere il prodotto ad esso legato. In questi casi si ripiega sulla ricerca dell’estetica fine a se stessa, a compensare il fatto che non si ha nulla da dire.